Curiosità dei vari anni

Fra le curiosità dei vari anni potrete conoscere gli aspetti più simpatici del Torrita Blues, con testi e foto particolari




Testi

1989 1990 1991 1992 1993
1994 1995 1996 1997 1998

1999



Fofografie
 



1989

Il 1989 è stato l'inizio di tutto. Di quest'anno di cose da ricordare ce ne sono parecchie, più o meno simpatiche. Nessuno di noi si può dimenticare quelle notti di giugno, quando, per trasportare le tribune dal gioco del pallone alla piazza del paese, abbiamo bloccato la strada principale tutta la sera visto che in pratica erano trasportate a mano. Che fatica ragazzi, e che paura che ci prese quando Fabio Treves ci telefonò bloccato in autostrada per ore a causa di un incidente, mettendo in discussione lo spettacolo per la sera; per fortuna tutto si risolse nel migliore dei modi, arrivando in tempo per il concerto. Tra le curiosità non si può certo scordare la strepitosa abbuffata di fine festival proprio con Treves, Paolo Bonfanti e tutta l'allegra banda del Torrita Blues, finita, senza farlo apposta, con una sonora sbornia generale, dove il percussionista del gruppo di Treves dirigeva le danze. E' stato un bell'anno questo.



1990

Il secondo anno è stato caratterizzato dalla presenza dei musicisti neri a Torrita Blues. Abbiamo respirato un'aria magica, quasi irreale, perché per la prima volta eravamo in contatto con dei musicisti di colore. L'emozione è stata forte quando abbiamo assistito al sound check di Joe Hughes nel pomeriggio. Niente da dire sulla loro disponibilità e simpatia. Un episodio che c'è rimasto particolarmente impresso è stato il piatto di spaghetti che proprio lo stesso Joe Hughes, non potendolo finire a pranzo, si è portato nella camera d'albergo avvolto in un tovagliolo, per poi mangiarlo con tutta calma alla la fine del concerto. Che strani questi americani! Il 1990 è stata anche la prima volta che abbiamo fatto la conoscenza di Cooper Terry. E' diventato subito amico di tutti. Lui sì che aveva carisma. "Un whisky e un blues": Cooper Terry ce lo ricorderemo così, dato che è recentemente scomparso. Rimarrà per sempre nei nostri cuori.

 

1991

Il 1991 è stato l’anno dello Zydeco, la musica tipica dei creoli. Di fatti tra i momenti più esaltanti da ricordare di quest'edizione, ci sono le frenetiche danze del pubblico protrattesi fino a notte fonda, fra le proteste cittadine degli abitanti di Torrita. Fra i dati statistici intanto stava affiorando una tendenza; la gente che veniva ad assistere al Torrita Blues era molta di più da fuori che del nostro paese, rispetto a quella del primo anno.E che sorpresa scoprire Jay Owens, che sarebbe dovuto arrivare con la band, per via di un contrattempo era arrivato da solo e con il treno (dovemmo andare addirittura a prenderlo alla stazione di Chiusi) proprio mezz’ora prima di andare in scena. Chiaramente suonò in acustico, duettando brillantemente con Fabio Treves che in quell’occasione era anche il presentatore della 3° edizione del Torrita Blues.

 

1992

Con il passare dei festival anche la portata degli artisti cresceva. Infatti i nomi di richiamo cominciavano ad essere molto conosciuti. Uno in particolare ce lo ricorderemo: Frank Frost. Lui non solo è un grande armonicista del Delta del Mississippi, ma è anche un gran bevitore di Whisky. Per chi ha avuto l’occasione di assistere al suo concerto si sarà senz’altro accorto dello stato d'ebbrezza che lo ha accompagnato per tutta la sera. Però fu divertente vederlo anche dopo il concerto scherzare con la gente fino a tardi. Il 1992 sarà ricordato anche come uno degli anni più sexy. Infatti, fra gli ospiti della 4° edizione del Torrita Blues c’era Mary Ann Brandon, una tipica americana tutta gambe e birra. Si, perché di birre fra lei e il gruppo se le sono scolate parecchie. In compenso molti torritesi si sono potuti rifare gli occhi dato che di bombe sexy qui a Torrita non ne passano spesso.

 

1993

E’ forse l’anno più bello del Torrita Blues, il più caldo. Uno su tutti spicca il nome di James Cotton. Il 1993 sarà ricordato per quest’uomo, un grande artista di blues che con la sua voce roca e grintosa entrava dentro come un martello, mentre il suono della sua armonica risuonava per tutta la piazza colorando le pareti dello splendido contesto in cui si svolge la nostra manifestazione. La sua potente prestazione sarà ricordata da tutti noi come la più intensa e corposa. E neanche su di lui mancano le curiosità. Alla fine della sua performance, infatti, siamo andati nel suo camerino, e fra un whisky una boccia di vino, Cotton ci ha mostrato una ferita d'arma da fuoco sullo stomaco verificatosi a Chicago. Che fisico. Ma fra le curiosità di quest’anno non possiamo di certo dimenticare le funamboliche capriole di Andj J. Forrest, un vero e proprio saltimbanco. E non possiamo neppure scordare la calda voce di Herbie Goins che ci ha fatto stringere in un unico abbraccio. La piazza era impazzita, e per la prima volta ci siamo trovati davanti ad una mole di gente che neppure noi prevedevamo. Il ricordo più bello che ci torna alla mente è, infatti, la presenza di persone mai viste fino allora, proprio quella gente che ama e vive per il blues. Non più i soliti quattro amici; questo stava a significare che il Torrita Blues aveva fatto quel salto di qualità che tutti noi volevamo.

 

1994

Il 1994 è stato un anno intermedio. Certo che per riuscire a bissare il successo della scorsa edizione era difficile, ma anche quest’anno gli artisti erano di conosciuta fama. Come si può dimenticare il fascino della grande Aida Cooper che se non fosse per il colore della sua pelle, avrebbe tutte le carte in regola per essere una “black singer”.  Oltre ad essere una grande artista Aida è anche una donna carismatica che riesce subito a stabilire il giusto feeling con il pubblico. Tra le cose simpatiche che ci ricorderemo di lei era il modo con cui scherzava con i suoi musicisti. Ci ricorderemo con interesse l’esibizione di Benjamin Theoval, un simpatico “One man band” francese, che praticamente suonava 4 o 5 strumenti contemporaneamente creando nello stesso tempo un ottimo sound. Ci è sembrato un po’ di rivedere quei musicisti on the road che giravano per l’America negli anni 30’ ‘40 in cerca di fortuna. Non dobbiamo però soltanto menzionare le prestazioni più belle degli artisti; che delusione quel Jimmy Dawkins. Sarà stato per la fredda serata che gli aveva irrigidito le corde della chitarra, o perché era stanco; comunque non ha suonato bene, o per lo meno non come si ascolta dai suoi dischi. Che Dawkins avesse un comportamento distaccato lo si sapeva, ma forse un po’ troppo.

 

1995

Una delle curiosità che tutti gli anni si ripropone è lo sguardo puntato verso il cielo. Infatti, il peggior nemico del Torrita Blues è proprio il maltempo. E’ strano veder cambiare l’umore di noi organizzatori quando durante i giorni del festival cominciano a farsi grosse le nuvole del cielo. In effetti, la nostra preoccupazione è giustificata, dal momento che lavoriamo tutto l’anno per organizzare questa manifestazione con fatica e sacrificio. Purtroppo quello che nessuno di noi non avrebbe mai voluto che accadesse, nell’anno della 7° edizione si è verificato. Il 1995 ce lo ricorderemo soprattutto per questo. La mancata esibizione di Zora Young, con conseguente spostamento dell’esibizione all’interno del Teatro degli Oscuri, dove Rudy Rotta ha comunque fatto valere la sua professionalità e qualità di artista anche in acustico. Però il giorno dopo ci siamo potuti rifare assistendo ad una mitica performance di Billy Branch che ha riaperto il cielo da quelle nuvole minacciose.

 

1996

Dopo la disastrosa esperienza dell’anno precedente, finalmente abbiamo messo la copertura del palco. Era un passo che andava fatto molto tempo fa. Comunque l’aspetto della piazza adesso assumeva una sembianza tutta diversa, molto più professionale, proprio come caratterizza i grandi festivals Blues americani o Europei. E con il nuovo palco è ritornato anche il buonumore.  Questo lo si deve anche alla simpatia e alla grinta degli artisti ospitati nell’edizione 1996. Che spettacolo vedere all’opera la mitica Sandra Hall, una vera signora del blues, ammaliare il pubblico con la sua mole ed il suo carisma. Il 1996 è stato anche l’anno di un grandissimo del Blues, che purtroppo è recentemente scomparso, ed al quale abbiamo voluto dedicare la X° edizione del Torrita Blues: Luther Allison. Che grinta, che show man era! Uno dei momenti che ci ricorderemo è quando Luther scese dal palco per suonare in mezzo alla gente percorrendo la piazza seguito da una stregua di fans. Ma non ci dobbiamo dimenticare che il 1996 per Torrita Blues è stato anche  il primo anno su Internet; tutto il nostro archivio fotografico e biografico è ora a disposizione di tutti e  sta  riscuotendo grande successo e prestigio in tutto il mondo, visto le continue richieste di invito da parte gruppi blues, per lo più americani.

 

1997

Il 1997 è stato l’anno in cui abbiamo avuto il maggior numero di presenze, vuoi per il bel tempo, vuoi per la qualità degli artisti; il fatto è che il Torrita Blues è diventato una splendida realtà. In quest’edizione sono passati vari generi: dal Gospel al Diexeland, dal Funky al Blues. Ce n’era per tutti i gusti. Merita menzionare la simpatica sfilata della Wonderbrass, in stile New Orleans per le vie di Torrita, che ci ha riportato per un momento alla storica città del Diexeland. E come ci si può scordare dell’entrata sul palcoscenico di quel matto di Michael Coleman, che ad un certo momento dell’esibizione si è presentato con la maglietta di Superman correndo per tutto il palco con il braccio levato in alto (Supermichael!), o la grinta di Tony Washinton che in pratica è stato per tutto il suo concerto in mezzo alla gente. Ma il 1997 lo ricorderemo in particolar modo per la grandiosa prestazione di Kent Duchaine, che, accompagnato dalla sua leggendaria chitarra (la National Steel Guitar del 1928), ci ha fatto sognare ad occhi aperti, proponendo quei brani tipici delle origini, con lo stesso stile dei padri del Blues come lo fu il grande Robert Johnson.

 

1998

Il 1998 verrà ricordato come l’anno del salto di qualità per il Torrita Blues. Infatti è stato l’anno di John Mayall & The Blues Breakers. Per la prima volta non furono messe sulla piazza le sedie che normalmente fanno parte del contesto delle serate blues. Fra i momenti da ricordare non può mancare il curioso atteggiamento che ha avuto John Mayall poco prima di esibirsi sul palco. Se ne andava in giro  a curiosare fra i vicoli e gli archi del paese pretendendo che nessuno lo seguisse. Il sabato invece è stato il momento del ritorno a Torrita Blues della Treves Blues Band, che proprio in quell’occasione ha inciso un paio di brani per il suo CD live che usciva a breve; come ospiti della serata ci furono anche Tolo Marton, Paolo Bonfanti e Sterfano Zabeo, per festeggiare il decimo anno del Torrita Blues. Alla fine sul palco salì anche Nick Becattini, che era venuto in quell’occasione solo come spettatore. Naturalmente non poteva mancare il dopo festival con una mega mangiata alle 3 di notte finita a vino e bruschette.

 

1999

Come per lo scorso anno, anche questo anno non è mancato l'artista clou. Infatti il 1999 è stato l'anno di Robben Ford. Anche se non ha fatto proprio blues, infatti stava promovendo il suo ultimo lavoro, la piazza gremitissima ha potuto assistere ad una grande prestazione. Fra gli episodi da ricordare ci sono senza dubbio le difficoltà che hanno avuto sia il camion del service e il pullman di Robben Ford ad entrare all'interno del paese, bloccati fra gli stretti vicoli del paese. Con Robben Ford che firmava autografi a destra e manca ci fu anche un'intervista per una radio. Ma il momento blues più intenso che si è vissuto è stato il dopofestival quando nella stanza di accoglienza del festival, abbiamo suonato e cantanto Blues con Lurie Bell, insieme ad altri amici (Alex e Carlo) scaldando ancora di più l'ambiente che si era creato quel sabato. Lurrie Bell, uno che il blues ce l'ha da vendere. Ha suonato con una chitarra del 1964, una firebird, e con una moneta da 200 lire in un orecchio per non sentire il ritorno delle spie. Una grande serata.

 

Fofografie 

 


   1989 (la batteria e l'ape)
                     

  
1994 (Stivali di serpente)

               

 


1996 (le armoniche di Chicago Bob Nelson)

 


  1997  (whiskye & blues)
           

1989 (Fame del dopofestival)

         


1993 (Cotton & friends)
            


  1996 (Luther alla mostra sul blues)
    


   1993 (Scatti blues)


  1989 ( fonici)
                 


1990 (Jam Session)

             1996  (Luther Allison & internet)







1995 (in ape con Billy Branch)

 


1989 (le armonciche di Fabio Treves)

 


1994 (un fan)


1997 (SuperMichael)


1989 (gli amici del blues)

 




        
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